A Verona risiede un giovane talentuoso compositore, pianista ed insegnante, capace di oltrepassare i generi musicali, mischiarli generando preziose alchimie sonore. Raffinato e colto musicista, spazia tra colonne sonore per il teatro ed il cinema, musica classica contemporanea ed il rock; essendo membro del gruppo “Le Maschere di Clara”. Vincitore di numerosi prestigiosi concorsi nazionali ed internazionali, dirige tra l’altro un coro polifonico di 25 elementi. Felici ed onorati di fare quattro chiacchiere con Lorenzo Masotto.
1 ) Lorenzo benvenuto! Le interviste solitamente sono sempre tutte uguali a tratti anche noiose cosicchè troverai in questo la risposta a talune domande apparentemente curiose e non frequenti. La musica è dannatamente infettiva, come e quando hai contratto il contagio?
Iniziò tutto all’età di 9 anni. Avevo una tastierina in camera e mi divertivo a riprodurre le sigle dei cartoni animati senza avere la minima idea di quello che stavo facendo. Mi madre si accorse delle mie qualità e mi chiese se volevo iniziare a studiare il pianoforte. Le dissi di sì e da quel momento non ho più smesso.
2 ) Solitamente ogni artista alla fine trova il suo stile, la sua collocazione in un determinato genere musicale, tu invece spazi sapientemente tra generi molto diversi tra loro: “Le Maschere di Clara” da un verso ed il jazz e classica dall’altro, come spieghi questa dicotomia?
Ti ringrazio per avermi fatto questa domanda perché il mio “obiettivo” artistico è proprio quello di addentrarmi nei generi più disparati, di mescolarli e destrutturarli senza nessun tipo di fine commerciale e stilistico. In tutte le mie composizioni non c’è un filo conduttore, ogni pezzo è un mondo a sé legato alla mia personalità e stato d’animo.
3 ) Lo spaziare tra generi diversi comporta una notevole apertura mentale, l’aver acquisito molta materia musicale, tecnica, studio, approfondimento, in tal senso tutto questo bagaglio culturale quanto si riflette nelle tue composizioni?
Tantissimo. Tutto quello che ho studiato, ascoltato, annusato, letto, vissuto, cercato, si riflette inevitabilmente sul mio lavoro. La mia idea compositiva è di utilizzare stilemi musicali diversi per raccontare storie diverse. Per poter fare questo ho studiato musica classica, jazz, suono in gruppo rock e dirigo un coro polifonico maschile con il quale eseguiamo pezzi popolari. Non mi pongo limiti ma, per poter raggiungere un buon livello, bisogna avere alle spalle una conoscenza notevole, non è possibile “inventarsi” compositori da un giorno all’altro.
4 ) Oggigiorno internet dà la possibilità praticamente a chiunque di pubblicare musica on line, purtroppo capita spesso di ascoltare musica mediocre sia a livello compositivo che come processo produttivo in sè, spesso fatta da ragazzi ancora con i libri di armonia aperti e con le idee non chiare, tu invece sei andato controcorrente, pubblicando dopo un lungo periodo formativo, quanto influisce questo nelle tue composizioni?
Come ti ho scritto nella risposta precedente non è possibile inventarsi compositori da un giorno all’altro ed è difficilissimo riuscirci quando i libri di armonia sono ancora aperti.
Un consiglio ai ragazzi che vogliono intraprendere un percorso compositivo importante è di non soffermarsi mai ad un genere ma di spaziare e di essere assetati di conoscenza. Non esiste un genere maggiore o minore, esistono migliaia di forme sonore da scoprire e reinventare.
5 ) Quali sono i tuoi riferimenti musicali sia del passato che di oggi laddove presenti?
A questa domanda non ti saprei rispondere, sono talmente tanti che mi perderei.
Posso dirti che ritengo J.S.Bach il più grande compositore di tutti i tempi.
6 ) I propri brani sono come i figli difficile fare scelte, dovendolo fare qual è il tuo preferito e perché?
Probabilmente Olio su Tela, un pezzo che fa parte del mio primo disco “Seta”.
L’idea armonica di questo pezzo risale ad alcune idee che buttai sullo spartito quando avevo 11 anni. Sono rimaste poi chiuse nel cassetto per 25 anni. Per questo ti dico Olio su Tela, il primo pezzo che ho scritto in assoluto.
7 ) Dimostri di essere un abile pittore musicale; raffinato, capace di suscitare emozioni anche nell’ascoltatore meno attento, tutto questo è speculare alla tua personalità?
Tutto quello che scrivo è lo specchio di quello che sono. Utilizzo la musica per esprimere la mia personalità, le mie emozioni, senza filtri.
8 ) In quale momento della giornata componi? E’ dettato da un’urgenza espressiva o mediti e pianifichi il tutto con scrupoloso criterio?
Non ho un momento preciso durante la giornata nel quale mi appare l’idea musicale. A volte mi sveglio la mattina con una melodia in testa, a volte mentre passeggio o leggo un libro. L’urgenza espressiva è sempre enormemente forte e la scrittura è continua. Non cerco pianificazioni ma libertà espressiva.
9 ) Il pianoforte ci pare di capire essere il tuo strumento preferito, ne possiedi uno? Che modello?
Ho uno Steinway del 1917, Model B. Uno strumento che adoro e che utilizzo spesso per registrare le mie composizioni.
10 ) Cosa risponderesti a chi ti chiede perché dovrebbe ascoltare la tua musica?
Non chiederei mai una cosa simile. Scrivo prima di tutto per un bisogno personale. Se qualcuno avesse interesse nel conoscermi meglio gli regalerei un mio disco.
11 ) Consigli per i giovani pianisti, compositori?
Non fermatevi a Chopin e Liszt. Ascoltate i Sonic Youth, andate a sentire un concerto degli ZU, fate un salto nella musica di Zappa, un viaggio con i Pink Floyd in cuffia, ballate il rock’n’roll di Chuck Berry, cantate le canzoni popolari in coro con le persone che amate.
12 ) Quando non sei immerso nell’amato mondo della musica come occupi il tuo tempo libero?
Insegno musica. Amo insegnare. Faccio lunghe passeggiate in montagna, leggo tantissimo, guardo un sacco di film e amo mia moglie e la mia cagnetta Shelly.
13 ) Un tempo le case discografiche a dettare il bello e cattivo tempo, poi la crisi del disco con l’avanzare delle nuove tecnologie. Oggi è tutto a portata di tutti. Musica e social network che ne pensi?
Credo che oggi i social network, se utilizzati bene, possano permettere ad un artista di lavorare e di essere ripagato. Oggi puoi vendere il tuo disco ad un ragazzo messicano utilizzando bandcamp. Puoi organizzare un concerto creando un evento su Facebook. Puoi farti riprendere mentre suoni e farti vedere da migliaia di persone su youtube. Puoi scrivere la colonna sonora e mandarla con wetransfer ad un regista canadese. Le possibilità sono infinite, se utilizzate al meglio possono fruttare continuamente.
14 ) Ci racconti un episodio “OFF” durante un Live, un concerto, un evento importante o un imprevisto che avrebbe potuto nuocere la tua carriera?
Avevo 17 anni e dovevo fare un concerto pianistico perché avevo appena vinto un concorso internazionale. Mi presentai con la testa rasata a metà, ero nel periodo Punk e la sera prima mi ero sbronzato in maniera violenta. Quando appoggiai le mani sulla tastiera non mi ricordai più nulla di quello che avevo studiato e gli occhi del pubblico “colto” puntavano tutti su di me.
Fortunatamente le mie mani partirono da solo e feci un gran concerto. Quella volta rischiai una figuraccia colossale!
15 ) Ci puoi anticipare qualcosa circa i tuoi nuovi progetti?
Da una settimana è uscito il mio nuovo EP “Prime Numbers” di quattro tracce. Ho un disco pronto che uscirà in dicembre e si intitolerà “White Materials”. Tra poco uscirà una composizione collettiva molto interessante nella quale sto collaborando con compositori da tutto il mondo e della quale sentirete parlare presto. Sto lavorando inoltre alla rivisitazione di un pezzo di Beethoven che mi è stato commissionato da una pianista di Bonn per un festival dedicato a Beethoven che si svolgerà proprio a Bonn che è la sua città natale.
16) Un tuo pensiero sul mondo di oggi?
Un mondo veloce, in continua evoluzione, inafferrabile, socialmente depresso.
17 ) Last but not least. Il fine della musica per Lorenzo Masotto?
La musica è vita. Non può esistere vita senza musica.