Uscirà il 22 maggio il nuovo attesissimo lavoro di Alessandra Giubilato: “LA POESIA DI UNA DONNA anche sotto un vestito”. STORIE DI DONNE.
Il titolo nasce dal verso di una canzone (“Kiki”) dedicata alla personalità anticonformista e controversa di Kiki de Montparnasse, musa e amante dall’animo tormentato di tanti artisti d’avanguardia e vera regina della Parigi degli “Anni folli”. Oltre a lei, vengono cantate altre straordinarie figure di donna come la ballerina Isadora Duncan, antesignana della danza moderna (“Isadora”); la poetessa Alda Merini, dalla vita vissuta in bilico tra genio e follia (“Alda”); l’attrice Maria Montez, un tempo la stella più brillante di Hollywood (“Stella cadente”). Non mancano poi temi che raccontano situazioni drammatiche, come la tragica realtà delle spose bambine (“Spose bonsai”) o l’importanza di liberarsi da una relazione abusiva e possessiva (“Vento di tempesta”). L’album si chiude, infine, con una versione remastered del brano autobiografico “La rosa del deserto”, che celebra la decisione dell’artista di essere semplicemente se stessa, di scrivere col cuore e per la propria anima, libera da schemi commerciali.
L’album è stato prodotto e arrangiato da Sabino Dell’Aspro.
Vento di tempesta – Alessandra Giubilato (lyric video)
Il lyric video e’ stato realizzato durante la quarantena nel giardino di casa, con un telefono cellulare.
Biografia
Alessandra Giubilato è una cantautrice indipendente, ufficialmente attiva sulla scena musicale dal 2015, sia in Italia che all’estero (in particolare Lombardia, Veneto, Friuli, Zurigo e Montecarlo). Alessandra muove i suoi primi passi nella musica da bambina, passando il tempo a scrivere canzoni e a suonare il pianoforte. Nel 2018 pubblica il suo primo album “La rosa del deserto” e nel 2020 il suo secondo lavoro “La poesia di una donna (anche sotto un vestito)”. L’artista si contraddistingue per le capacità interpretative, il colore e la padronanza della dinamica della voce, mentre le canzoni si caratterizzano soprattutto per temi e testi impegnati (tipici del cantautorato italiano). La musica di Alessandra non rientra in un genere musicale predefinito in quanto l’artista preferisce mantenere la propria creatività libera da schemi, ma risente di influenze classiche, folk, jazz e bossa nova.
Tracklist
- Alda (Sono nata il 21 a primavera)
- Isadora
- Kiki
- Spose Bonsai
- Stella cadente
- Vento di tempesta
- La rosa del deserto
DESCRIZIONE DEI BRANI
Il 21 marzo 1931, il primo giorno di primavera, nasceva Alda Merini, la poetessa della gioia e della pazzia. Nonostante una vita segnata da anni passati in cliniche psichiatriche (nelle quale subì ben quarantasei elettroshock) e dalla sofferenza dell’emarginazione, Alda seppe “abbracciare” il suo dolore per trasformarlo in gioia e amore.
Isadora
Kiki
È il brano in cui è presente il verso che dà il titolo all’album.
E quelli di chi non ha mai capito la poesia di una donna anche sotto un vestito”
Spose bonsai
Stella cadente
Vento di tempesta
La rosa del deserto
TESTI
ALDA
Sono nata il 21 a primavera.
Tra una stufa ancora accesa in quella stanza senza tempo
Spalle nude che si attardano nei bar
E Milano cede il broncio alla sua anima leggera
Spegne la sua sigaretta e la nebbia se ne va
Sono nata di mattina come il pane
Che con il suo profumo un giorno mi ha portato via
Perché al mio mancava troppo, troppo sale
E nel mio grembiule stanco ho imparato la follia
Sembra quasi di non invecchiare
Mura senza compleanni, non sai neanche più contare
Dev’esser primavera, sento il temporale
E ci facciamo stretti come pezzi di soli
È un concetto sano e razionale
Che dove cresce l’odio nasce solo dolore
E forse solo un pazzo può vederci l’amore
Dev’esser primavera, qualcuno sul muro ha dipinto un fiore
Sono nata il 21 a primavera
Quasi basta dire questo, che si è fatta già poesia
Abbracciando il mio dolore come un figlio che ha paura,
Di finire in punizione per la troppa fantasia
Fantasia, che mi viene ancora bene,
Quella che chiamate arte solo quando vi conviene,
Ora scivola ferita tra le dita gialle e franche
Ha un pugnale nelle tasche e vederlo è un’agonia
ISADORA
Ho lasciato i sogni in mezzo al fiume
E cassetti da riempire mentre li guardo affogare
E se ai più ingenui il polso si è fermato
Con la ruggine nel cuore qualcuno si è salvato
Se la vita sta a guardare
E non sorride più, la porterò a ballare
Voi grigi come il fumo, io viva come il mare
Rossa come il sole quando muore
Nell’eco dei miei passi di velluto
Ora ho le caviglie gonfie e il tempo è già scaduto
L’ultima follia della mia mente
È vedere lo stupore sulle vostre facce spente
Danzano le palme con il vento,
Il motore canta forte mentre il cielo si fa argento
È una carezza il mio foulard di seta,
Non è la fine di una strada ma la scia di una cometa
KIKI
Come in un quadro cubista con l’aria di sfida sedeva scomposta
L’aria di chi sconvolge e lo sa e scosta la gonna con gran dignità
E senza rigore un letto non ha ma non per miseria né per povertà
Ed ogni mattina ha un profumo diverso, ieri di salso, oggi di gelso.
Nuda come una bozza spogli i segreti di chi i tuoi seni disegna,
E quelli di chi non ha mai capito la poesia di una donna anche sotto un vestito
Musa di chi è perso, la regina odor d’assenzio
La storia si è sbiadita come un quadro ad acquerello
Ma il tuo nome fugge ancora dal silenzio
Che non porta né corona né cappello
Pallida dea degli artisti, con lunghe notti passate a parlare
Di surrealisti, la guerra e i suoi sensi, alzi le spalle davanti al bicchiere
Coi vizi indecenti, meretrice e regina, lo spirito audace rimpianto al mattino,
E l’ombra sul fianco ha un profumo diverso, ieri di whisky e oggi di mosto.
Nuda come una bozza spogli i segreti di chi i tuoi seni disegna,
E quelli di chi non ha mai capito la poesia di una donna anche sotto un vestito.
SPOSE BONSAI
Siamo veli affaticati
Di un presepe di cartone,
Nei pensieri ben lavati
Con il sapone e con la paura
Su questa nostra pelle impura
Le botte e i solchi della luna
Siamo gemme mai fiorite
Gelsomini senza luce
Mogli e serve senza storia
Noi fiumi in piena ora siamo stagni
Come aquiloni tra macerie e pianti
Cadute in mani senza amore
Nei nostri sguardi distanti ci incontrerai
Nascoste in piccoli veli bianchi, spose bonsai
In occhi opachi e troppo grandi
Per aver visto solo dieci anni
Nei nostri sguardi ingombranti ci riconoscerai
Date alle bestie come gli avanzi, spose bonsai
Noi regine del regno di Saba
Che non hanno più corona,
Salomone ci ha ingannato,
Nel banchetto della sciagura
Si avventa affamato sulla vergogna
Come avvoltoi su una carogna
L’aria infetta del suo odore
Quegli istanti sono ore
Noi paura, lui sudore
Ci squarcia l’anima interrotta
Il nostro corpo non ha più forza
Non fiata più, né si rivolta
STELLA CADENTE
Felicità, io l’ho cercata sulle bocche della gente,
Non nei sorrisi ma labbra dischiuse al firmamento
Perché alle stelle mai nessuno è indifferente
Le stelle non si mostrano mai spente
Perché alle stelle mai nessuno è indifferente
Lo credevo anch’io prima di essere una stella cadente
Se offrirai la tua anima,
sarà successo e celebrità
Nello specchio il tuo mondo ti amerà
Solo un pegno e lo sento già,
Il tuo nome in eternità
Quando la notte sul viso tuo verrà
Felicità, io l’ho cercata tra le mani di persone
Non in carezze ma scrosci di pioggia sul mio nome
E brillerò di più tra tutti i corpi celesti
Splenderò di più solo con le mie vesti
Perché le stelle mai passano indifferenti
Ma riposo anch’io insieme a tante altre stelle cadenti
VENTO DI TEMPESTA
Il suono usciva poco, dalle labbra screpolate
Screpolate come foglie, tradite dall’estate
Parole dure come sassi, come sogni andati a male
Parole con un senso che ormai non so più dare
Un po’ figlio di pirati, un po’ figlio della strada
Mi hai spogliato di corona e in silenzio imprigionata
Un po’ figlio di randagi, un po’figlio di fortuna
Ho cantato a notti scure quando tutti cantano alla luna
Tu che mi hai legato al fondo, tu che mi hai legato al cielo
Su una vetta o sotto il mondo, oggi io riprendo il volo
Vuoi strappare il cuore al vento perché smetta di soffiare
Sono un vento di tempesta che non sai come fermare
Come una foglia morta non si accorge di cadere
Il vento la sorregge e pensa di volare
Ho cercato l’illusione, forse solo la speranza
Di trovare libertà nel cielo di una stanza
LA ROSA DEL DESERTO
A volte mi sento una rosa del deserto
Una falsa imitazione di quello che non è
Anche quando sento il bruciore della sabbia
Credo che sia neve
Spesso mi ricordo una rosa del deserto
Che prova a sbocciare ma poi non ce la fa
Con la sensazione di respirare
Quando invece è pietra
Potessi cancellare i miei limiti
Potessi raccontare i miei lividi io lo farei
Ma mi confondo, resto in silenzio, torno al mio mondo
Amo parlar di me e di me faccio parlare
Ma per trovare l’acqua si deve poi scavare
È sempre tra i detriti il più prezioso minerale,
Nascosto nella polvere
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