Musica jazz: cos’è, storia e artisti principali del genere popolare ma colto che ha dato vita alla gran parte dei generi più famosi del Novecento.

L’immortalità della musica jazz è quasi un dato di fatto. Basti pensare a quanto ancora oggi, a distanza di decenni dall’exploit a livello di vendite e classifiche, sono ancora molti i club che concedono spazio solo a musicisti specializzati in questo genere. Un genere che si tramanda di generazione in generazione, amato dai musicisti ma anche dagli ascoltatori più attenti, reso popolare anche ai più giovani negli ultimi anni da una serie di pellicole che lo hanno non solo come sottofondo musicale, ma come vero e proprio protagonista. Basti pensare a casi recenti come La la land o Soul.

Ma da dove nasce il jazz, qual è la sua storia, quali sono le sue caratteristiche principale e chi sono i musicisti che ne hanno segnato per sempre lo sviluppo? Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su questo genere attraverso una breve storia della musica jazz.

Jazz: la storia e le origini

Come genere musicale ‘codificato’, il jazz nacque all’inizio del XX secolo, come evoluzione di alcune forme già utilizzate dagli schiavi afroamericani. Dalle ritmiche delle canzoni di lavoro utilizzate nelle piantagioni, a quello frenetico delle prime orchestre sviluppatesi in città come New Orleans, il passo fu breve, eppure grandissimo.

Sassofono jazz

Sassofono jazz

Dall’esplosione del fenomeno nella principale città della Lousiana, il neonato genere si sviluppò ulteriormente grazie amche all’apporto di altre culture, come ad esempio quella concessa dagli immigrati italiani, la cui esperienza musicale si fuse perfettamente con quella afroamericana. Ne è un chiaro esempio la Original Dixieland Jass Band, la prima grande orchestra jazz americana, guidata anche da un italoamericano come Nick La Rocca. Furono loro i primi a lanciare numerosi dischi jazz, dando una prima diffusione al genere nel resto del paese. Di seguito la loro Royal Garden Blues:

Un’ulteriore evoluzione del genere arrivò dall’approdo a Chicago, con l’esplosione del fenomeno Louis Armstrong. E poi ancora con la conquista dell’Europa, che recepirà la nuova musica americana con grande favore, regalandole il definitivo successo commerciale, grazie anche al progressivo nascere di sottogeneri di più semplice ascolto (in molti casi) come lo swing, o riservati a musicisti più esperti (specialmente dal secondo dopoguerra in poi), come il bebop e le sue evoluzioni. Oggi, in particolare dagli anni Settanta in poi, il jazz, complice l’esplosione di generi come il rock e poi l’hip hop, è entrato ufficialmente nel novero della musica colta, conquistandosi un posto nelle scuole musicali e nei conservatori accanto alla musica classica.

Il significato di jazz

Ma cosa significa jazz? Non si sa con certezza. Le origini del termine che dà il nome al genere sono infatti oscure, come oscure sono in effetti anche le origini del genere in sé, a causa di un’inevitabile carenza di documenti. Sembra comunque che il termine jazz sia originato da una parola appartenente alla cultura tradizionale francese, legato nel significato alla gioia di vivere. Secondo alcune fonti, però, jazz deriverebbe da una parola di origine africana con riferimenti alla sessualità.

Le caratteristiche principali della musica jazz

Il jazz si basa su due elementi portanti: ritmo e improvvisazione. Dal punto di vista tecnico, in effetti, il jazz moderno fa ampio sfoggio di improvvisazione, poliritmia, progressione armonica, elementi utilizzati in maniera differente rispetto alla musica classica. Ma è l’improvvisazione il principale fattore distintivo di questo genere, con variazioni che partono da un tema iniziale. Un modello tipico che ha assunto via via maggiore importanza (eccetto che per alcuni sottogeneri più commerciali), arrivando all’apice nel free jazz sviluppato tra gli anni Cinquanta e i Settanta.

Gli strumenti principali del jazz sono gli ottoni. La formazione tipica di una jazz band è quella del quartetto, in questo caso composto da una sezione ritmica, generalmente batteria, basso o contrabbasso e pianoforte, e da un solista, che può essere un sassofono o una tromba. Ma le orchestre jazz possono avere un numero di elementi maggiori, sette, otto, dieci strumentisti, dando vita a orchestre ricche dei più svariati strumenti, compresi alcuni poco utilizzati nella musica popolare, come l’arpa, o altri provenienti dal folclore, ad esempio la kora.

Jazz: gli artisti e musicisti più famosi

Il padre del jazz è considerato, tradizionalmente, il cornettista Buddy Bolden, mentre il primo artista ad aver lanciato una hit jazz, King Porter Stomp, fu il leggendario pianista Jelly Roll Morton. All’epoca il termine jazz non era però nemmeno utilizzato:

Oltre alla già citata Original Dixieland Jass Band di Nick La Rocca, negli anni Venti a far esplodere il fenomeno del jazz furono soprattutto solisti di grande talento come Louis Armstrong, artista capace di rendere famoso questo genere anche Oltreoceano.

A cavallo tra anni Venti ed anni Trenta nacquero le prime grandi orchestre jazz, le big band, tra cui si distinse fin da subito quella di Duke Ellington: si entrò così nella cosiddetta età del jazz. Di seguito Take the A Train:

Superata la Grande Depressione, il genere conquistò i locali di tutto il mondo, grazie a nomi entrati nella leggenda, da Benny Goodman a Cab Calloway, da Count Basie a Glenn Miller, uomini simbolo di alcune delle orchestre più amate di tutti i tempi. Un’ulteriore evoluzione del genere arrivò nel secondo dopoguerra, complici le mutate condizioni economiche. Nacque il bebop e brillarono le stelle del trombettista Dizzy Gillespie e del sassofonista Charlie Parker. Ascoltiamo la sua The Bird:

Gli anni Cinquanta furono quindi quelli della maturazione del cosiddetto hard bop, un genere di più facile ascolto derivante dal bebop. Ne furono protagonisti artisti come Cannonball Adderley, il primissimo Ray Charles, poi impostosi come pioniere del soul, ma anche due eroi del jazz modale anni Sessanta: John Coltrane e Miles Davis, i cui capolavori sono entrati nella storia della musica. Il riferimento è in particolare ad A Love Supreme e Kind of Blue. Di seguito So What:

Il decennio Sessanta fu quello dell’apice per il jazz, ma anche della sua frantumazione, complice il contemporaneo esplodere del fenomeno rock, genere che si impone in radio e lo soppianta a livello commerciale. In questo periodo la musica nera incontra quella latina e brasiliana, trovando nuova vita grazie ad artisti come Vinicius de Moraes, Antonio Carlos Jobim e altri ancora.

Quasi in contemporanea, l’incontro tra alcuni musicisti rock particolarmente d’avanguardia (vedi Frank Zappa), e di alcuni jazzisti capaci di guardare al futuro (Miles Davis), nacque forse l’evoluzione più moderna dell’idea di jazz, ovvero la musica fusion. Se le prime incisioni di questo genere vengono da molti individuate in Hot Rats di Zappa, fu probabilmente Bitches Brew di Miles Davis ad aprire nel 1970 questo nuovo capitolo della musica jazz. Un capitolo arricchito poi da artisti come i Weather Report, Jaco Pastorius e Herbie Hancock. Di seguito l’audio di Cantaloupe Island:

Dagli anni Ottanta in poi la popolarità del jazz è definitivamente tramontata, per trasformarsi in qualcosa di diverso. Oggi il jazz è un genere ancora vivo, amatoriale e professionale al contempo, reso vivace da una serie di nuove stelle capaci di seguire il proprio cuore e la propria passione al di là della chimera del successo commerciale.

Sai che…

– Dal 2012 il 30 aprile è, per l’Unesco, la giornata internazionale del jazz.