Uscirà il 3 febbraio, giorno del compleanno di Mariella Nava: Epoca il nuovo CD della cantautrice tarantina racchiude 13 canzoni inedite…
due le anticipazioni radiofoniche: Prima di noi due e Il nostro correre.
E’ nel retro di copertina la scelta del giorno di pubblicazione, affidata alla frase di Erich Fromm: “Ognuno di noi ha il compito di far nascere se stesso”.
Da qui il regalo che l’artista concede alla propria carriera, con coincidenza nata proprio al Festival di Sanremo nei primi del febbraio del 1987.
Fin da quella performance Mariella Nava si impose al pubblico come musicista raffinata ed interprete sensibile e grintosa. Sempre diretta e attenta al sociale, nei suoi testi racconta piccole e grandi storie.
Sono passati quattro anni dall’uscita di Tempo mosso, anni nei quali Mariella ha lavorato intensamente impugnando la sua inconfondibile penna con passione, ironia, graffio e amore.
Epoca è un album tutto ”suo”, negli arrangiamenti, nella direzione degli archi, nella cura di ogni dettaglio fino alla produzione. Al lavoro con lei il suo collaboratore storico Antonio Coggio e i musicisti che l’accompagnano da sempre come Lutte Berg, Roberto Guarino, Salvatore Mufale, Enzo di Vita, Sasà Calabrese, Salvatore Cauteruccio e Simone Salza.
«In questo disco – ci racconta lei stessa – ho voluto mettere tutto di me, passato e presente. Ho voluto spaziare nei miei trent’anni di canzoni, comporre nuovi brani nei quali ritrovarmi. Un filo rosso fra me e il mio pubblico, come quei puntini da unire che ti regalano un inaspettato disegno. Epoca è anche un modo per scoprirmi, per sorprendere, per andare oltre, mostrarmi nella mia libertà di scrittura.
E’ anche un omaggio alla musica della mia infanzia, quella con cui sono cresciuta e che mi ha formata e stimolato nella mia maniacale ricerca di nuove tonalità e di parole che abbiano un valore davvero speciale. Era una musica così varia, così “piena”, così godibile… Ai critici più attenti e agli appassionati non sfuggiranno i richiami a questi diversi stili. Il mio è un invito ai più giovani ad ascoltare più forme musicali, a non trascurare i cantautori, a valorizzare il nostro patrimonio. Un’occasione per guardare oltre i modelli imposti, quelli che ci hanno fatto dimenticare i migliori connotati compositivi.
Qua e là, solo nel disco fisico, ho seminato pensieri, accenni, dediche, che per me fanno la differenza tra un disco che entra nel cuore e uno che si confonde nell’oceano dei brani da scaricare».
“…E tu dimmi che epoca è? Pubblicata così su una bacheca.” Inizia così il brano che intitola l’album, un testo che fa riflettere su quanto si sia intorpidita la nostra vita, con gli sguardi sempre su degli schermi, un invito a muoversi, tornare a provare, a sentire, a partecipare e condividere sì, ma più da vicino, piuttosto che su una pagina social.
Tutti i brani sembrano scatti fotografici, riprese efficaci di quello che ci sta intorno. Ironizza sul pericoloso populismo diffuso di questi tempi in “Bravissimi tutti, perché siamo risorti, con mezzi più nuovi tirato su muri e ripristinato il mondo com’era…costretti ad essere umani e queste ultime otto battute alle mani…” Mariella non dimentica la sua città e la sua terra “…Cielo rosso, rosso di paura, di sangue e di vergogna, di ferro e bruciatura…” tono accesso e forte che caratterizza il male di un Sud sempre minato e martoriato ma anche la sua stessa gente che non cede mai neanche sotto tortura come da riecheggi di eroi epici.
E ancora proseguono altri scatti di vita all’inizio del terzo millennio, ma anche favole e speranza nelle rime provocanti e ricercate come “…l’odio è una poltiglia, l’amore è meraviglia…” dentro “Bellissimo”, un brano dedicato ai viaggi della speranza ma questa volta con attenzione ai bambini di cui abbiamo stampata nella memoria l’immagine di un mare che ce lì consegna facendoci rabbrividire nella colpa.
E ancora poesia “…Ho bisogno di te, come il baco alla seta, come il sole alla luna…” E infine un geniale omaggio in stile De André, in “Lo scontrino”: “E la scriva una bella canzone che ci dia voce e ci faccia sognare tra notizie che tolgono il fiato e macchie di sangue che vanno a inquadrare …i ragazzi ad esempio ogni tanto li vedo come fiori piegati sul loro stelo…”
E per concludere “La città dei Giusti” una canzone che riporta alla luce una storia di valore come quella dei cittadini di Campagna, ai tempi della seconda guerra mondiale, che salvarono valorosamente tanti ebrei rinchiusi nel loro convento diventato un posto di prigionia.
Testi incisivi, commoventi, appassionati e melodie “nostre” eppure originali, Epoca di Mariella Nava ha un “sapore” buono che va gustato piano piano per godersene tutta l’intensità.