Ecco la guida per affrontare la prima, dalla regia di Livermore agli interpreti Hernandez e Abdrazakov, dal direttore Chailly alla genesi del lavoro, tra il giovane Verdi e la Fenice

 

L’opera

attila

Nono titolo del catalogo teatrale verdiano, ‘Attila’, che andò in scena per la prima volta alla Fenice di Venezia nel 1846, ebbe buon successo e circolazione nel corso dell’Ottocento ma ne ha avuto molto meno negli ultimi decenni. Sceglierla come titolo inaugurale della stagione scaligera significa riproporla all’attenzione non come capolavoro, quale non è, ma come titolo molto significativo, tappa fondamentale nel percorso di Verdi verso la maturità. Tra i suoi ingredienti più interessanti vi sono l’influenza germanica della fonte (una tragedia del prussiano Zacharias Werner) e l’ingresso di quel motivo fantastico (il sogno di Attila che poi prende forma per davvero) che era ancora pallido nella ‘Giovanna d’Arco’ dell’anno prima ma che sarà determinante nel ‘Macbeth’ dell’anno dopo.

La musica

giuseppeverdiQuel tanto di sperimentale che si coglie nel taglio del dramma si riflette in una musica disuguale poiché alterna passi di rapinosa bellezza a numeri meno convincent. In particolare, Verdi sembrò trovare gli accenti più ispirati quando scrisse i brani per i personaggi del “flagello di Dio” (stupenda ad esempio la Cavatina del sogno) e di Odabella, che si presenta in scena con una vocalità stentorea, quasi da walkiria wagneriana. Un poco più generici sono invece i passi destinati al generale romano Ezio e a Foresto, il promesso sposo di Odabella. Quanto all’orchestra, se il Preludio è passo che vanta la cupezza del Verdi maturo, l’episodio dell’Uragano è manierato per quel tanto di francese e di tedesco che il musicista padano tentò di introdurvi.

Il direttore

Riccardo ChaillySebbene sia stato più assiduo in passato con il teatro di Rossini e Puccini, in questi ultimi anni si è accresciuta in modo esponenziale in Riccardo Chailly la passione per Verdi e l’approfondito studio filologico e stilistico delle sue partiture. Non solo quelle più note e compiute, ma anche i titoli del Verdi giovanile, quello dei cosiddetti «anni di galera» che godono di minor fortuna critica. Tra la «Giovanna d’Arco» del recente passato e un «Macbeth» (prima versione) del prossimo futuro, «Attila» è parte di questo percorso interpretativo, che affonda le mani in una materia ancora grezza per certi versi ma, per molti altri, piena di forza ed energia teatrale; capace inoltre di rivelare tanti aspetti di quel serbatoio di idee musicali e drammatiche che torneranno poi in forma più compiuta.

Il cast

cast-attila-giuseppe-verdi-operaOcchi puntati su Ildar Abdrazakov, il basso russo (nativo di una regione assai vicina a quella del “flagello di Dio”) cui tocca l’ingrato compito di non far rimpiangere quello strepitoso Samuel Ramey che nel 1993 fu l’ultimo interprete a vestire i panni del capo degli Unni alla Scala. Un compito non meno delicato, anche per l’estrema varietà d’accenti emotivi del suo personaggio, affronta poi il soprano Saioa Hernández, cantante in sicura ascesa ma al debutto, sia come Odabella sia come interprete alla Scala. Più noti al pubblico milanese e certamente affidabili come interpreti sono infine Fabio Sartori come Foresto e George Petean come Ezio. Impegnativa la parte del Coro, istruito come sempre da Bruno Casoni.

La regia

Davide LivermoreEx cantante di valore, Davide Livermore è oggi un regista affermato, autore in Italia ed Europa di spettacoli che interpretano i drammi operistici attraverso un linguaggio visivo e gestuale accurato e moderno. Se in una prima fase artistica Livermore prediligeva messinscene povere, incentrate sulla qualità della recitazione, da un certo tempo ha incrementato i propri apparati scenotecnici grazie al sofisticato apporto tecnologico del gruppo di architetti Giò Forma, con i quali ha recentemente allestito alla Scala «Tamerlano» di Händel e «Don Pasquale» di Donizetti.

7 Dicembre 2018
Giuseppe Verdi

Durata spettacolo: 2 ore e 20 minuti incluso intervallo

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala

Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala

Nuova produzione Teatro alla Scala

 

PRIMA PARTE 73 minuti / Intervallo 35 minuti / SECONDA PARTE 47 minuti

Direttore Riccardo Chailly
Regia Davide Livermore
Scene Giò Forma
Costumi Gianluca Falaschi
Luci Antonio Castro
Video D-wok

http://www.teatroallascala.org/

Fonte testo Il Corriere Della Sera